Saludecio
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Chi risale lentamente il primo tratto della Valconca, a pochi chilometri dal mare distingue chiaramente su un poggio il profilo caratteristico di Saludecio, un piccolo borgo, oggi comune della provincia di Rimini, costituita da campanili, torri e mura.
Arrivati sulla collina si entra nel paese da una antica porta che guarda verso il mare; subito si percepisce l'armonia della piazza, delle vie nobili, dei vicoli.
Colpiscono soprattutto le linee eleganti dei suoi palazzi e della chiesa, colpisce l'insieme di un paese che ha saputo rispettare il proprio passato ed integrarsi perfettamente con l'ambiente.
E se a Saludecio si dedica un po' di tempo, si ha la possibilità di scoprire uno dei paesi più vivi, più ricchi di avvenimenti culturali per eccellenza su tutto il territorio riminese.
La storia del Comune di Saludecio
È tradizione far risalire l’origine del luogo a Traiano Decio, imperatore romano, che avrebbe trovato scampo sulle colline, edificando la propria abitazione. Di qui “salus Decii” o “saltus Decii”.
Altra ipotesi ottocentesca è quella di considerare Saludecio nome derivato dal Santo titolare della vecchia Pieve: San Laodicio, che in volgare compare come Sanlodeccio in una novella del “Decameron”. Il primo documento che attesta l’istituzione civile e religiosa è del 1014, anno in cui il Plebato era soggetto alla Chiesa riminese. Quest’ultima nel 1231 aveva diritti baronali su vari castelli della diocesi, compreso lo stesso Saludecio, lungamente conteso dal comune di Rimini nel corso del XIII secolo.
È sul finire del ‘200 che vive ed opera il Beato Amato Ronconi, il cui corpo è conservato nella Chiesa Parrocchiale di S. Biagio. Francescano del terzo ordine, fondò l’ospedale di Santa Maria di Monte Orciale, luogo di tappa e ricovero per tutti i pellegrini, posto sull’importante strada medievale per Roma. È in questo periodo che prende corpo quel processo di militarizzazione del territorio, che troverà ulteriori sviluppi nei secoli XIV e XV, quando al comune di Rimini subentra la Signoria dei Malatesta.
Per tutto il XV secolo la storia del paese si intreccia con le lotte di potere fra i due più noti e illustri contendenti: Sigismondo Malatesta e Federico da Montefeltro.
Nel 1469 il castello è ripreso da Roberto, figlio di Sigismondo, e quindi nel 1482 da Pandolfo, figlio di Roberto; quest’ultimo lo perde ad opera dei veneziani. Dopo il breve dominio della Repubblica di Venezia, Saludecio torna per alcuni anni al comune di Rimini. Dal 1517 passa sotto la giurisdizione di Francesco Maria Della Rovere per poi entrare definitivamente a far parte dello Stato Pontificio dal 1524.
In questo secolo vissero Publio Francesco Modesti, Sebastiano Serico ed alcuni umanisti che diedero un grande impulso alla vita culturale e politica del paese.
Nella seconda metà del ‘700, anche qui, come in tutto lo Stato Pontificio, si comincia ad avvertire il disagio dovuto alla crisi finanziaria, alla mancanza di riforme economiche e politiche, il tutto aggravato dalla carestia del 1776 e dal terremoto del 1786. Saludecio, dopo aver nominato il 24 giugno 1859 la Giunta provvisoria di Governo, diventa, con la proclamazione del Regno d’Italia, capoluogo di Mandamento della Valconca.
L’intensa produzione letteraria e politica di Saludecio ha lasciato un segno incisivo sul panorama culturale della Valconca. Per lungo tempo il borgo poté considerarsi la Capitale della Val Conca. Umanisti come Publio Francesco Modesti e Sebastiano Serico, figurano tra i principali esponenti dell’intelligentia locale. l’800 fu secolo di grande sviluppo urbano.
L’antico cuore medioevale fu sapientemente restaurato e la cittadina fu dotata di una serie di edifici e servizi pubblici come la Pretura, le Poste, le Carceri, il Palazzo Municipale e il Teatro Condomini.
La Saludecio di oggi è uno dei principali centri agricoli dell’area riminese. Ben sviluppati sono anche l’artigianato (ceramica artistica, lavorazione del pannolenci, ferro battuto), la piccola industria manifatturiera (calzature, legno, metalmeccanica) ed il turismo.
Informazioni turistiche su Saludecio
Porta Marina
Rivolta verso il mare Adriatico, rappresenta l’accesso principale al paese (secolo XIV) e si caratterizza per lo Stemma comunale affisso sull’arco di ingresso: entrando, sulla destra, si può ammirare la lapide in arenaria (secolo XVI) che Publio Francesco Modesti, rinomato letterato umanista, dedicò alle origini di Saludecio.
Municipio e Centro Culturale Polivalente
Il complesso municipale ottocentesco, in parte ricostruito nel dopoguerra, occupa l’area su cui sorgeva l’imponente rocca malatestiana.
Chiesa Parrocchiale di S. Biagio
Si tratta di una delle più belle architetture settecentesche del territorio riminese e dell’edificio sacro più importante della vallata. Ricostruita tra il 1794 ed il 1800 al posto dell’antica parrocchiale, su progetto dell’architetto cesenate Giuseppe Achilli, è abbellita dagli stucchi di Antonio Trentanove.
Vi si ammirano preziosi dipinti di Guido Cagnacci, del Centino, del saludecese Sante Braschi, insieme a tele del Ridolfí, di padre Atanasio (Favini) da Coriano e di Bernardino e Vitale Guerrini.
Santuario Beato Amato Ronconi e Museo Arte Sacra
La Chiesa è anche Santuario del Beato Amato Ronconi, di cui si conserva miracolosamente il corpo in una urna di vetro; di eccezionale valore documentario ed artistico è il ricco patrimonio di ex-voto, suppellettili (candelieri, lampade, reliquiari) e arredi (lampioni, stendardi, cappe, paramenti) raccolti nei secoli intorno al culto del Beato.
Olmo del Beato
Cappella in cui si conserva l’antico olmo del Beato Amato, reliquia a cui è legata la tradizione popolare e religiosa del francescano Amato Ronconi, vissuto nel XIII secolo. Nello stesso edificio si trova il bronzo del Beato, attribuito a Prospero Clementi (1516-1584).
Via Roma
Lungo la contrada maggiore si affacciano i più significativi palazzi nobiliari e della ricca borghesia terriera del secolo scorso: Albini/Elisei, Giovanelli/Marcucci, Riminucci/Botticelli, Marangoni/Cerri, Suali/Tirapani, Zandri/Podestà.
Chiesa e Convento dei Gerolomini
La Chiesa, con l’annesso complesso, è localizzata nella parte alta del borgo. Fondata nel 1640 dal Beato Cipriano Mosconi dell’ordine dei frati Gerolomini, conserva una serie di dipinti settecenteschi ed un altare in legno finemente intagliato. Da notare anche il Chiostro del Convento in parte rimaneggiato.
Porta Montanara
Rivolta verso i rilievi appenninici, rappresenta la seconda porta d’accesso al borgo. Accuratamente restaurata, risale al XIV secolo.
Torre Civica
È l’antica torre campanaria del comune di cui conserva, sul fronte, lo stemma in pietra; interessante la lapide risorgimentale che testimonia la fine del dominio pontificio.
Palazzo Albini/Della Rovere
Di proprietà Albini, è il palazzo più significativo del paese e risale al secolo XVI.
Le Mura
La cinta muraria bastionata, che si sviluppa intorno al paese, definisce il nucleo storico medievale: in gran parte restaurata, presenta bastioni difensivi di diversa tipologia, ascrivibile a differenti periodi (secolo XV/XVI).
Meleto Castello
Il piccolo centro fortificato, in parte abbandonato, domina la vallata del Tavollo, di notevole interesse ambientale e naturistico. Di origine medievale conserva la cinta muraria e l’impianto originari.
Osservatorio Astronomico
Fondato dal gruppo Astrofili “N. Koppernick” si trova in località Santa Maria del Monte. E’ munito di due telescopi, dei quali uno dedicato unicamente alla ricerca scientifica, mentre l’altro è dedicato alla divulgazione e osservazione da parte del pubblico. E’ sempre presente una guida che aiuta nella visione dei fenomeni più interessanti della serata.
E’ possibile effettuare visite guidate della durata di circa 2 ore con spiegazione degli aspetti principali dell’osservazione della volta celeste e la successiva visione.
Nella struttura è inoltre presente una biblioteca dove è possibile consultare riviste e volumi specializzati. E’ prevista inoltre, a richiesta, la visione di materiale didattico audio-visivo riguardante l’astronomia.
Accessibile ai portatori di handicap.