Rimini. Il figlio primogenito, Malatestino dall'Occhio, divenne signore di Rimini alla morte del padre.
Furono suoi fratelli: Giovanni lo sciancato, detto Gianciotto, marito di Francesca da Polenta; Paolo, che morì con lei. La loro storia è narrata da Dante, e la frase "Galeotto fu il libro e chi lo scrisse" è ancora nota a tutti gli innamorati.
La maggiore personalità della famiglia Sigismondo Pandolfo (Rimini 1417 - 1468), che seppe accrescere con abilità la Signoria, fu guerriero e mecenate.
Nel 1239 Malatesta da Verucchio, il Dantesco Mastin Vecchio (Inf., XXVII, 46), veniva nominato Podestà di Rimini. Già da allora la famiglia fu di parte guelfa, alla quale resterà sempre legata.
Tenne una corte di umanisti, studiosi e artisti, ne è testimonianza ancor oggi il Tempio Malatestiano - chiesa di San Francesco "ristrutturata" da Leon Battista Alberti.
La dinastia si chiuse con Pandolfo (1475 - 1534), nipote di Sigismondo Pandolfo.
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Il nome di Malatesta sarebbe stato assegnato in passato a un Rodolfo, vissuto nel X secolo, per la caparbietà e l'arditezza con cui tenne testa nelle lotte contro papi e imperatori.
Attorno al 1200 i Malatesta sono distinti in due rami: da Foligno e da Verucchio. Gli ultimi in particolare governarono nelle Marche.
Nel 1295 Malatesta II, figlio di Malatesta da Verucchio, fu proclamato capitano e signore di
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